Vincere soffrendo con il Benevento3 minuti di lettura

Capisco che ultimamente si sia ridotto il calcio principalmente a due aspetti: giuoco (spettacolarità) e tattica. Ma non è solo quello. Ci sono due aspetti che sono altrettanto importanti, e a volte lo sono pure di più: la stanchezza e la testa. Perchè dico questo? Perchè (ve lo potranno confermare gli interessati) 2 settimane fa, prima del ciclo di 4 partite in 15 giorni, feci un lungo discorso nella chat di AterAlbus nel quale, sostituendomi per una volta a Nostradamus, dicevo – a chi fosse preoccupato per la “fuga” Napoli – che avrebbero perso punti prima della sosta. “Ma figurati! Dici che questi perdono con Genoa, Sassuolo e Chievo?”, “Non esiste, so troppo scarsi per perdere”, “Questi non si fermano”.

“Vedrete. Scommettiamo?”. Il calcio è testa, dicevo. Non conta “il calendario”, l’avversario scarso. Conta questo turno in particolare, quello post-Champions, sarebbe stato difficile sia per noi che per il Napoli.

Con una differenza: la Juventus è una squadra con una tenuta mentale che hanno poche altre squadre in Europa. Il Napoli no (l’Inter, LOL, nemmeno). Cancellare la gara col Manchester e resettare la mente era oggettivamente difficile. Scendere nello scantinato dei bassifondi della Serie A dopo che ti hanno messo sul piedistallo per aver giocato alla pari col Pep (!!) e andare a buttare sangue su un campo di provincia (seppur sempre da lodare, come Chievo), non è facile. Non è questione di tecnica, di tattica, di giuoco e tutto. E’ stanchezza. Sia fisica, che mentale.

A voi che state insultando tutto e tutti dopo la gara di oggi, dico che vi siete persi una delle gare psicologicamente più belle e “forti” dell’anno, andando dietro sempre e solo a sto cazzo di spettacolo. Vi siete persi il dramma di una squadra che ha dovuto tirare 14 volte per fare un gol (e altre 14 per l’altro gol). Che poteva esplodere per l’ennesimo rigore non fischiato dal Var, che poteva esplodere per il giallo a Higuaìn (a Napoli per molto meno si fece cacciare perdendo la testa), che poteva semplicemente pensare “oggi è stregata, non entra” e che invece ha dato tutto per raddrizzarla e portarla sul 2-1. E poi tenere fino alla fine, dopo aver pagato psicologicamente un prezzo altissimo per la rimonta. Vi siete persi Allegri, che ste cose le sa e sa come funzioni nel calcio, che nel secondo tempo si strappava le vesti e cercava di supportare i suoi, conscio che in gare così 1 volta su 2 finisce che dai tutto per fare il 2-1 e poi prendi il 2-2 beffa, perchè crolli.

Vi siete persi un gruppo di giocatori che ha lottato contro se stessi. E che ha portato a casa un risultato, quello della vittoria, che permette ai bianconeri di avvicinarsi a 1 punto dal Napoli. Mi spiace per voi. Io oggi ho imprecato come mai quest’anno, ma ho anche goduto. Il gruppo c’è. La testa c’è. La prossima partita, normale, con 28 gol la finiamo in goleada (parentesi pre-battute: abbiamo uno dei migliori attacchi della Serie A all-time dopo 12 partite, forse il, con 35 gol: sì, segniamo anche contro le altre).

Detto questo, non fraintendete: non sto dicendo che dovremmo fare il DVD celebrativo stile Inter-Samp e no, non è una partita da ricordare per la qualità di giuoco espressa. E’ quello che gli americani chiamano “statement”. “Noi l’abbiamo portata a casa comunque, questa”. E voi?

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