L’ABC del tifo1 minuti di lettura

Vi dico la mia.

In America, i tifosi di una squadra sportiva non usano la prima persona plurale come da noi, quando ne parlano. “I Lakers hanno vinto”, dicono. “I Lakers hanno perso”. “I Lakers giocano contro i Bulls”. Non come noi che “Abbiamo vinto”, “Abbiamo perso”, “Giochiamo contro il Real”, ecc.

In Francia invece (vabbè, so’ francesi, figurati), dicono “Abbiamo vinto” e “Hanno perso”.

Nessuno, al contrario di come facciamo noi, usa la prima persona plurale alla “Abbiamo perso”. “Abbiamo fallito”. “Siamo perdenti”. “Siamo ridicoli” eccetera.

Non è solo un fatto linguistico. E’ anche culturale e soprattutto è corretto. Non siamo meglio degli altri (noi) quando la nostra squadra del cuore vince qualcosa, non siamo dei perdenti (noi) quando la squadra perde qualcosa. Noi siamo gli spettatori, i tifosi.

Noi siamo quelli che non dovremmo perdere mai. Le nostre vittorie e le nostre sconfitte si misurano dal nostro amore e dal supporto verso la squadra, sia in circostanze felici che tristi. E’ un po’ quello che succede in Inghilterra, dove le tifoserie si sfidano, prima ancora delle squadre. Con cori, sciarpate. Si fanno chiamare “supporters”, non a caso. E vincono anche quando la propria squadra perde, perché sono cose slegate, indipendenti.

Sono partite: è sport, è un hobby. Passionale, per carità, ma resta un hobby. Mai sentirsi superiori nella vita in caso di vittoria della propria squadra, mai sentirsi perdenti o inferiori in caso di insuccessi sportivi dei propri eroi.

E’ l’ABC, anche lessicale, ma non solo.

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