Il caso Dybala e le Olimpiadi negate1 minuti di lettura

Un piccolo chiarimento sull’argomento, altrimenti rischiamo di essere troppo dispersivi e di non cogliere il punto fondamentale. E’ stato il Tata Martino a non convocarlo per la Copa America, per scelta tecnica. Gli ha preferito altri giocatori, avendo grande abbondanza di attaccanti (oltre a Dybala sono rimasti a casa Tevez, Icardi e Correa, per fare il nome di altri 3 giocatori che nell’Italia sarebbero titolarissimi).

Mica Marotta.

Lo avesse convocato, avrebbe partecipato al Centenario (come parteciperà Cuadrado, ad esempio).

Una volta escluso, c’era la (seconda) possibilità di partecipare ad un torneo estivo: le Olimpiadi. A quel punto, però, la Juve, potendo (¹), ha detto no. Il torneo inizia il 4 e si sarebbe potuto protrarre (con l’Argentina come sempre tra le favorite) fino al 20 agosto: il campionato inizia il 21. Dybala avrebbe saltato parte della preparazione e addirittura potenzialmente una gara di campionato. Da qui l’inevitabile scelta bianconera, nonostante l’amarezza del giocatore.


(¹) In passato, la questione ha portato a duri scontri tra la FIFA e alcuni club restii a lasciar partire i propri calciatori. Il caso più famoso fu quello di Leo Messi, convocato per i Giochi di Pechino del 2008 e oggetto di uno scontro legale col Barcellona che finì al Tas. Per quanto riguarda le recenti edizioni, per Londra 2012, con Circolare 1297, il Comitato Esecutivo FIFA stabilì l’obbligatorietà per gli U23 e la non obbligatorietà per i fuoriquota. Per i Giochi di Rio del prossimo agosto, invece, con delibera del Comitato Esecutivo FIFA del 25 settembre 2015, è stata stabilita la non obbligatorietà. La Juventus, quindi, potrebbe rifiutarsi di rilasciare Dybala nel caso in cui venisse convocato.

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