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    Ma perché non ti mostri in video?

    Me lo domandate spesso: oggi provo a darvi delle risposte. Ne ho tre.

    1) Per privacy. Non mi mostro in nessun social: separo da sempre la vita privata da quella pubblica e non ho alcuna necessità di cambiare il mio approccio al web.

    2) Per comodità. Nel mio caso, una comodità funzionale. Mi spiego: poter stare rilassato, al buio, seduto comodo in poltrona, in abiti comodi, da casa… e ancora muovermi, riflettere senza fissare uno schermo… tutto ciò mi permette di concentrarmi su cosa dire più che sul come apparire. Poter prendere appunti durante una live, o leggerli, o fare una ricerca al volo per preparare l’intervento successivo, rilassarmi indossando cuffie giganti, sorseggiando una bevanda, controllando il telefono per eventuali comunicazioni con la famiglia, staccare il microfono e godermi gli interventi degli altri interlocutori… è un’esperienza rilassante e stimolante, in un ambiente che mi fa concentrare sull’unica cosa che dovrebbe importare ad un ascoltatore. Mi fa concentrare nel merito, non sulla forma. Stare a schermo e rilassarsi, o concentrarsi sono cose distinte e per me la prima cosa diventerebbe un ostacolo per le altre.

    3) Per purezza. Una tastiera e un microfono. Se vuoi comunicare qualcosa, non serve altro. Se non ti bastano come strumenti, vuol dire che non sei interessato a cosa ho da dire, ma ad altro. Ad altro che è distrazione. Non serve necessariamente conoscere chi scrive/parla, se vuoi giudicare cosa dice e non chi lo dice. Neil Postman, un grande sociologo e teorico dei media statunitense, tra i più influenti del Novecento, nel suo saggio più celebre, Amusing Ourselves to Death, spiega come il passaggio dalla parola all’immagine come fulcro della comunicazione abbia alterato e stia continuando ad alterare in maniera profonda il modo in cui la società concepisce la verità e il pensiero critico. Quando domina l’immagine, diceva Postman, “vince” ciò che sembra vero, non ciò che è vero. Le grafiche fighe, gli effetti speciali, le musichette, la personalità, la capacità di stare a schermo, di vendersi, di empatizzare, di accattivare, di intrigare con l’estatica. Vince chi sembra dire la verità, chi sembra autorevole, chi sembra informato. Non chi lo è. Diceva Jacques Ellul in The Humiliation of the Word che “Le immagini privano il linguaggio del suo potere critico”, perché “solamente la parola può dire il vero”.

    Per queste tre ragioni, finché si può fare così, faccio così. Quando non si potrà più fare così perché le immagini diventeranno troppo più importanti delle parole, farò altro.


    Oggi Youtube ci ha inviato la notifica di un nuovo “risultato sbloccato”: il raggiungimento di 1.000.000 di views sul canale. Fa strano da leggere, un milione sono tante, soprattutto se penso che siamo ancora dei “neonati” sulla piattaforma, ma significa che ci avete supportato tantissimo e di questo non possiamo che ringraziarvi!