Calciopoli. Tutti gli uomini di Leonardo Meani8 minuti di lettura

Che il Milan sia stata la squadra che meno di tutte ha pagato per Calciopoli credo sia ormai chiaro a tutti. Leonardo Meani, dirigente addetto agli arbitri, per conto del “grande capo” (cit. Collina) Adriano Galliani, intratteneva infatti rapporti telefonici praticamente con l’intero mondo arbitrale. L’11 marzo 2005, per capire quanto ampia fosse la sua rubrica, confida in una telefonata (prog. 506) con l’assistente Copelli di aver parlato col presidente federale Franco Carraro e di essersi duramente lamentato con lui perchè nel mondo del calcio “c’è troppa merda”. Dopo le partite, inoltre, è lui ad essere raggiunto dai designatori (soprattutto Bergamo) per spiegazioni, complimenti e formalità di rito, anche questo a ulteriore dimostrazione di come lo conoscessero tutti, e tutti conoscessero il suo reale ruolo. A lui è dedicata un’intera informativa, quella del gennaio 2006, che però va da marzo a maggio del 2005. Un arco temporale (relativamente) breve, nel quale comunque Meani riesce a compiere illeciti (art. 6) per omessa denuncia, “minaccia” nei confronti dei designatori e designazione cambiata di un assistente (metterà Puglisi col Chievo, di pura “forza”).

Al netto delle telefonate “ignorate” perchè ritenute irrilevanti, di cui magari parleremo in futuro e nelle quali si registrano anche new entry (come Ambrosino, Brighi, ecc..), si ha notizia di conversazioni con arbitri (tra gli altri: De Santis, Morganti, Nucini, Rodomonti, Racalbuto, Collina, Messina e Paparesta), assistenti (Copelli, Contini, Puglisi, Babini, Stagnoli e Titomanlio), designatori (Bergamo, Mazzei e Pairetto), membri CAN (Martino), dirigenti AIA (Lanese) e osservatori (Guidi e D’Addato). Meani è un misto di millanteria (come quando dice di aver ottenuto designazioni favorevoli per la Champions del Milan) e lavoro oscuro: chiama gli arbitri per rassicurarli (es. a Racalbuto, stroncato per un errore pro-Juve e punito per 10 turni nei quali non arbitrerà la Serie A, promette di intervenire per riabilitarlo per il “rush finale”), per spingerli (es. Messina. “Oh, hai visto che sto rilanciando pure Messina?”, dice a Copelli), per complimentarsi per la partita arbitrata (es. a Rodomonti – arbitro di una partita appena vinta dal Milan 1 a 0 su rigore – Meani lo riempie di elogi e scherza dicendo che gli faranno fare un trapianto di capelli da 30 mila euro in Svizzera; in un’altra gli fa mettere 7 da Cecere de La Gazzetta dello Sport..), per fare favori di lavoro (es. a Paparesta sblocca una pratica lavorativa facendola giungere tramite Galliani sulla scrivania di Letta), politici (es. con Collina intercede per farlo designatore). E poi biglietti per tutti, per l’ultrà milanista Manfredi Martino, ad esempio: il grande accusatore di Moggi gli mandava regolarmente sms informandolo (molto prima del possibile) delle designazioni arbitrali, con tanto di incoraggiamenti e “Forza Milan”.

Per tacere di Puglisi, che sognava di “fare il culo” agli interisti nel derby di Champions e telefonava persino dall’intervallo di una (sua) partita in Tunisia per aggiornamenti sul risultato della squadra rossonera contemporaneamente impegnata in campionato. Tra tutti, però, vorrei segnalarvi quattro casi, probabilmente i più gravi. I primi due riguardano il rapporto del Meani con due personaggi del mondo arbitrale ancora oggi in attività: Cristiano Copelli ed Emidio Morganti (due che, tra parentesi, quest’anno non sono stati “fortunati” con la Juventus, mentre col Milan sì). Il primo è uno dei Meani-boys, punto. Così, il 13 maggio, il dirigente milanista gli annuncia di averlo fatto designare per una partita del Milan: “Tu e un mio adepto nuovo: Ambrosino”.

Così Copelli dopo la partita con la Sampdoria: «Eehi Leo, volevo ringraziarti.. perdonami dopo nel casino lì non ti ho nemmeno ringraziato». E ancora: quando il guardalinee assegna un rigore (che non c’era) in una partita tra Sampdoria e Palermo, chiede aiuto proprio a Meani per evitare di essere massacrato. Bergamo è imbufalito con lui per l’errore, e lo minaccia di non designarlo più per le partite internazionali e per i Mondiali di Germania 2006. Ci penserà Meani. “Adesso faccio passare un po’ di tempo, poi lo chiamo (a Bergamo): gli dico che Galliani non vuole che Copelli venga punito perché è un ragazzo bravo, capace”, dice a Martino. E poi lo chiama, a Bergamo. E gli dice: “Io lo so che tu sei molto arrabbiato di qua e di là, però tu sappi che noi io gli voglio bene a Cristiano Copelli. Non ammazzarlo, per cortesia”. Non lo ammazzerà. Gli deve la carriera, Copelli. Glielo aveva promesso, Meani: “gli arriva (a Bergamo, ndr) una tranvatina nostra, vedi che si raddrizza..”. E ancora: “Parlo con Galliani. Lui lo sa, Galliani. Gli dico: senta questo qui (Copelli, ndr) è un nostro uomo gli dico io, qui quel pirla del Palermo (Foschi, che ci era andato giù pesante criticandolo parecchio, ndr)…”. Senza giri di parole. E’ dei loro. Ed è ancora ad arbitrare. Così come Morganti, dicevamo. Con lui il rapporto è meno solido, ma sempre di grande amicizia. Meani quasi lo “proteggeva”, perchè lo riteneva sottoutilizzato e più bravo di quanto volessero far credere. Favori anche a lui, ovviamente, come quando l’arbitro lo chiama, il 4 aprile 2005, e gli dice “ascolta Leo, io ti disturbo per quella cosa che già t’avevo chiesto… della Juve. Adesso capisco che non è il momento, però giusto per ricordartelo e poi te lo farò presente di nuovo”. Quella cosa della Juve. Chissà cosa sarà. Se solo avessero indagato…

Chiudiamo infine con due casi ancora più clamorosi, che dimostrano come Meani non solo intrattenesse rapporti con i suoi ex colleghi del mondo arbitrale, ma si muovesse anche per spingere e piazzare uomini in poltrone utili. Lo fa prima con D’Addato (allora osservatore arbitrale, ora componente dell’Area Studio Comunicazione e Marketing del Settore Tecnico dell’ A.I.A.) interloquendo per lui con Lanese (il “Cupolaro” Lanese, che obbedisce) per farlo promuovere a Presidente della Regione Puglia (parliamo sempre del settore arbitrale), e lo fa con Marano, un siciliano come Lanese, “così non desta nemmeno sospetto”. Chiede a Galliani di spingere (“spingo come un pazzo allora”), e Galliani acconsente. Solo millanteria? No, questa volta no. Entrambi avranno il loro bel posto. Con buona pace della Cupola che comandava tutto. Dicono.

TRE TELEFONATE DEL 31 MAGGIO 2005 COME ESEMPIO

D’ADDATO: Si! Bene Leo senti mi vedevo poco fa con Paparesta
MEANI: si
D’ADDATO: stavamo parlando, per quell’intervento
MEANI: si, adesso lo facciamo!
D’ADDATO: uhm! Cioè su Lanese tu devi adire a Bari il Presidente degli arbitri il designatore degli arbitri
MEANI: si
D’ADDATO: Pasquale D’Addato, punto!
MEANI: si
D’ADDATO: ecco! Questa segnalazione. Poi dopo devo telefonare io a Lanese per un incontro
MEANI: cioè io gli devo dire che a Bari il CRA (Comitato regionale, ndr)
D’ADDATO: si bravo
MEANI: il CRA potrebbe essere D’Addato
D’ADDATO: si!
MEANI: no perché avremmo piacere
D’ADDATO: perfetto avremmo piacere che, poi dopo insomma ecco
MEANI: d’accordo
D’ADDATO: e che voglio dire che lo dici tu lo dici a nome di Galliani
MEANI: certo fa peso certo
D’ADDATO: fa peso poi dopo se riuscirà bene altrimenti!
MEANI: tu con chi sei in lotta lì per diventare
D’ADDATO: no niente c’è l’attuale che ha sfasciato tutti i rapporti con le Sezioni arbitri della Puglia
MEANI: eh
D’ADDATO: per cui non c’è rapporto tra arbitri e designatore, tra arbitri e il CRA. Giustamente il Presidente della Lega Calcio qui in Puglia mi ha detto Pasquà scusa ma proponiti, eh beh proponiti! È Lanese che decide cioè voglio dire
MEANI: certo! Va bene, va bene, va bene.

LANESE: Pronto!
MEANI: Presidente Lanese?
LANESE: Si!
MEANI: Eh….buongiorno sono Leonardo Meani, Milan, presidente disturbo per una cosa
LANESE: Non mi disturbi mai
MEANI: Faccio l’ambasciatore
LANESE: Che mi dai del lei daesso? Mi dai del lei, dimmi, dimmi
MEANI: Faccio l’ambasciatore
LANESE: Dimmi
MEANI: C’è una situazione in Puglia, m’han detto un po’ così questo D’Addato che ci terrebbe a fare il Presidente Regionale
LANESE: Si, e tu che rapporto hai con D’Addato?
MEANI: Ho un buon rapporto
LANESE: Sei un farabutto!! Io guarda non ho ancora…..queste cose le devo valutare e pensare…..uhm sentiamoci più in là quando io incomincerò a pensare a eventuali cambi ed hai cambi….ho capito però il messaggio non…
MEANI: Ah ecco!……e poi un altro messaggio che ci terrei perchè, ma ci teniamo tutti perché è una brava persona è un tuo corregionale
LANESE: Chi è questo?
MEANI: Marano!
LANESE: Salvatore?
MEANI: Salvatore! Non gli trovi un posto alla Can D?
LANESE: Eh, alla CAN “D” ce l’ho già siciliano uno…. capisci! (…)
MEANI: Ecco! Perché è una brava persona un bravo ragazzo
LANESE: Lo so, lo so non mi dire niente (…) aggiorniamoci, non sto scherzando (…)
MEANI: Comunque solo per farti sapere che Marano ce l’ho nel cuore io…

GALLIANI: Pronto
MEANI: Buongiorno dottore!
GALLIANI: Meani buon dì
MEANI: Allora… eh ho saputo che lei ha parlato già con Puglisi…
GALLIANI: Si!
MEANI: Stamattina, si… perché m’ha chiamato e m’ha detto…
GALLIANI: Va bene, va bene, va bene… parliamo
MEANI: Ecco! E poi volevo dirle: è possibile se io posso spingere per due persone con Lanese da mettere nelle commissioni dilettanti e di C?
GALLIANI: Spinga…
MEANI: Perché… abbiamo un pò di controllo anche nelle categorie inferiori è meglio!
GALLIANI: Va bene, va bene…..va bene, spinga, spinga va bene…
MEANI: Va bene!
GALLIANI: Son gente di fiducia?
MEANI: Son gente di su… guardi uno è Marano, tra l’altro è siciliano e quindi non destiamo neanche nessun sospetto è quello che ha fatto il guardialinee in serie A per tanti anni
GALLIANI: Va bene, va bene
MEANI: Va bene dottore?
GALLIANI: Spinga allora!
MEANI: Spingo come un pazzo…
GALLIANI: Va bene!
MEANI: E Puglisi però bisogna far tutto per metterlo in A e B eh…
GALLIANI: Vabbè adesso… dove ma negli assistenti però?
MEANI: Negli assistenti certo
GALLIANI: Certo, va bene!

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