Scommessopoli. Il caso Terzi e il solito vizietto del taglia e cuci5 minuti di lettura

Mentre lavoravo al doppio articolo di Albinoleffe-Siena con particolare riferimento alla posizione di Antonio Conte, mi sono imbattuto in una storia “parallela” che merita di essere raccontata perchè, più di tutte, fa capire come non ci si debba fidare di certa gente e di certi metodi utilizzati. Seguitela, ne resterete sconvolti.

Brevissimo riepilogo: il castello accusatorio nei confronti di Claudio Terzi, difensore centrale da sempre pupillo di Antonio Conte (e anche mio, per quel che può valere), è basato su due elementi:

  • La famosa dichiarazione di Carobbio secondo la quale Stellini avrebbe chiesto a lui e a Terzi di andare a parlare, rispettivamente, con Garlini e Bombardini (dell’Albinoleffe) in occasione della partita d’andata.
  • La partecipazione di Terzi all’incontro “perfezionatorio” nell’hotel di Stezzano dove il Siena era in ritiro in occasione della partita di ritorno.

La Procura punta tutte le sue carte su quest’ultimo elemento, tant’è che nella relazione d’indagine (il documento “preparatorio” del deferimento) dice che sarebbe stato illogico che un promotore dell’illecito non avesse partecipato all’incontro decisivo. E siamo, credo, tutti d’accordo.

Bene, il punto – senza farla troppo lunga – è che Terzi a questo incontro non ha partecipato: e lo dicono i partecipanti stessi! Carobbio dice che erano in sei, tre dell’Albinoleffe più lui, Coppola e “un altro” (senza farne il nome, non ricordava) del Siena. Questo “altro” del Siena è Vitiello, perché LO AMMETTE LUI STESSO. Coppola conferma, dicendo che erano presenti lui, Carobbio e Vitiello; Palazzi gli chiede DUE VOLTE se fosse presente anche Terzi, e DUE VOLTE Coppola nega espressamente, dicendo di no e di esserne certo. Dei tre dell’Albinoleffe, Sala e Passoni dicono che gli avversari erano in tre, ma che loro conoscevano solo Carobbio e Coppola e non il terzo. Poloni dell’Albinoleffe, invece, dice che i presenti erano quattro per l’Albinoleffe (a Sala e Passoni aggiunge Garlini, che in realtà non c’era) e per il Siena tre: Carobbio, Coppola e Terzi. Quindi sostanzialmente “confonde” Vitiello con Terzi (ricordo: Vitiello AMMETTE di essere stato presente, quindi è certo).

A fronte di queste evidenze, ovviamente la Procura con la sua faccia tosta dice “beh, se Poloni dice che c’era Terzi, allora Terzi doveva esserci, anche perché era un promotore di tutta l’iniziativa”. Insomma il solito giochino di prendere solo quello che conviene dalla varie dichiarazioni e costruire la trama che più si addice. Ovviamente “ignorando” tutti i buchi e le contraddizioni.

Il giorno della prima udienza, Palazzi (nella già analizzata Novara-Siena) derubrica Larrondo da illecito a omessa denuncia. E’ un messaggio per le difese. Quella di Terzi si fa avanti e, turandosi il naso (come tra l’altro aveva intenzione di fare la difesa di Conte), pur sapendo che in tutta la vicenda Terzi non c’entrasse nulla, va da Palazzi e con il cappello in mano gli chiede un patteggiamento analogo con omessa denuncia.

Respinto: Poloni per Palazzi è “attendibilissimo” (deve essere il termine dell’estate, questo). Nonostante tutto.

Nel frattempo, Stellini “confessa” e patteggia sulla base di una dichiarazione che NON viene data agli altri difensori e rimane in mano soltanto a Palazzi e alla Disciplinare.

A questo punto esce la sentenza: la Commissione riconosce che Terzi all’incontro di Stezzano non c’era (e ci mancherebbe!), ma gli appioppa comunque l’illecito per quanto detto da Carobbio sull’incontro “originario”, su incarico di Stellini.

A pag. 33 delle sentenze, questa è la citazione della dichiarazione di Stellini:

“Arrivati negli spogliatoi, di mia iniziativa  avvicinai il giocatore Filippo Carobbio in quanto sapevo dei suoi trascorsi nell’Albinoleffe e quindi confidavo in una sua conoscenza diretta dei suoi ex compagni posto che io non avevo quella confidenza con gli stessi. Io ho chiesto a Carobbio di andare dai suoi ex compagni, ma la motivazione ultima non è solo quella di cui ho accennato avanti a Voi in data 8 marzo 2012. Infatti io dissi a Carobbio che quelli dell’Albinoleffe mi sembravano un po’ arrabbiati per la sconfitta e quindi di andare da loro per tranquillizzare gli animi posto che gli avremmo incontrati l’ultima partita di campionato ed era opportuno che i rapporti fossero sereni (…). Ho poi aggiunto  a Carobbio anche di dire loro che se noi avessimo già raggiunto i nostri obiettivi stagionali avremmo potuto lasciargli i punti e viceversa ottenerli da loro se ne avessimo avuto necessità.” (dichiarazione STELLINI del 29.7.2012);”

La loro conclusione è quindi questa:

“Ne consegue che i fatti, sulla base dei molteplici riscontri contenuti nella dichiarazioni dei deferiti, possano essere riassunti come segue. Al termine della partita del girone di andata, STELLINI chiese a CAROBBIO e TERZI di andare a parlare, rispettivamente, con GARLINI e BOMBARDINI, che ben conoscevano, per comunicare la disponibilità a “sistemare” il risultato della partita di ritorno in ragione delle possibili rispettive esigenze di classifica”

Già così le incongruenze sono enormi: Palazzi stesso dice (e scrive) che l’architrave della sua accusa è l’incontro, la presenza di Terzi a tale incontro viene negata e nonostante ciò si giunge ugualmente ad una condanna? Come se nulla fosse? Per di più dicendo “ne consegue” da una dichiarazione da cui non consegue assolutamente nulla, visto che Stellini parla solo di Carobbio? E per di più Bombardini (che sarebbe il giocatore con cui si sarebbe organizzato tutto quanto) si becca solo omessa denuncia perché “non ci sono prove”?

Bene. Tornate alla dichiarazione di Stellini. Ad un certo punto ci sono dei puntini di sospensione. Ricordo che si tratta di una dichiarazione MAI CONSEGNATA ai legali di Terzi, di fatto impossibilitati a controllarne l’autenticità (se non per vie traverse chiedendo ad “uccellini”..). Non ci crederete ma, leggendo la dichiarazone integrale, si vede che LA SINGOLA FRASE ESPUNTA DALLA DISCIPLINARE NEL SUO “RIASSUNTO” DELLE DICHIARAZIONI DI STELLINI E’ PROPRIO LA FRASE CHE SCAGIONA TERZI:

“In verità non ricordo di aver fatto analoga richiesta al calciatore Terzi.”

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Insomma: il solito vizietto del taglia e cuci. Di questo stiamo parlando. Non so a voi, ma a me una “giustizia” così fa PAURA. E in questo caso non c’è neanche un Auricchio o una Procura di Napoli cui scaricare ogni colpa.

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