Calciopoli. La proposta “da bandito” di Della Valle3 minuti di lettura

Nell’udienza del 27 aprile 2010, il Pm Narducci ha esaminato il teste dott. Cosimo Maria Ferri, all’epoca facente parte della Commissione Vertenze Economiche della FIGC, ora magistrato. «Lei conosce Lotito?». «Si, risale a prima che entrasse nel calcio, per rapporti familiari e di amicizia». «E Mazzini?». «Lui l’ho conosciuto forse ancora prima di Lotito, lo conosco perchè lui nasce come dirigente sportivo dalla Toscana e si è sempre interessato di diliettanti e io vivo in un centro dove ci sono tante squadre dilettanti..». Perché queste domande? Per via di una telefonata, divenuta famosa come quella della “proposta da bandito”. E’ del 22 aprile 2005 alle ore 23,06 (vds prog. 10710, informativa novembre 2005) e intercorre tra il cellulare di Ferri e quello di Mazzini, suo interlocutore. Dopo un saluto, Ferri passa il telefono a Lotito, lì di fianco a lui, il quale continua la telefonata con il vicepresidente federale.

«Il tuo paesano, quello che l’altra volta, quello più grande che stava da te, no, da te c’era il piccolo (Andrea Della Valle, ndr), l’altra volta quando io ho telefonato, ti ricordi? … Quell’altro (Diego Della Valle, ndr), una proposta oscena mi ha fatto… [..] Hai capito?…non puoi immaginare, hai capito quale?». Alla richiesta di chiarimenti di Mazzini, Lotito risponde, cercando di farsi capire ma senza fare nomi, con discrezione: «C’era uno con te, mi hai detto che c’era uno, no? Là vicino da te (a Firenze, ndr), che sta là vicino da te insomma no? Mio collega, mio collega (un presidente, ndr)… [..] Eh! Ieri ho parlato con quell’altro, non con quello che non conta un cazzo, con quell’altro, più grande no? (Diego, ndr). Tu avevi quello piccolo (Andrea, ndr) no?…”.

Continua allora Lotito: «Mi ha fatto tutto un discorso, hai capito?». Dopo una iniziale divagazione sui due fratelli Della Valle, definiti uno “cretino” e l’altro “bandito”, Lotito affonda il colpo: «Ma hai detto bene, infatti mi ha fatto una proposta da bandito, te hai capito quale?». Mazzini capisce sì, e anche al volo: «Figurati. Quando giochi? Fra un po’ di partite …», riferendosi probabilmente – così almeno pensano gli inquirenti – all’incontro Lazio-Fiorentina del 22 maggio 2005, penultima giornata di campionato, decisiva. Lotito allora precisa: «…si, si ma io l’ho mandato affanculo io… [..] …non ti permettere guarda, non ti permettere, veramente con me, perché io ti prendo a calci in culo fino a dopo domani eh?». I due ricambiano argomento, ma il Mazzini, dopo un po’, ci ritorna: «…ma dimmi, quello grande (Diego, ndr) voleva fare l’impiccio, l’impiccio?», ricevendo risposta affermativa di Lotito, che poi aggiunge: «…oh? non te ne uscire, oh? Porco dinci guarda, no, se ne esci fuori guarda diventa un casino, eh? Non te uscì, eh?».

Interrogato nel 2006 dai Carabinieri, il dott. Ferri disse che, probabilmente, la “proposta da bandito” era quella di perdere (la Lazio) in cambio di un favore economico (dalla Fiorentina). Ma, lo stesso Ferri, precisa come fu una sua ricostruzione, di non esserne certo.

In aula, nella citata udienza, l’avv. dei Della Valle, domanda: «Venendo al discorso della telefonata che ha ascoltato: nell’ambito di questa telefonata, ascoltò o meno Lotito fare riferimento alla tematica dei diritti televisivi?». «Mi pare di sì». «Le risulta che in quel periodo Lotito aveva grandi contrasti con Della Valle per quel motivo?». «Sì, lo ricordo». «E che ci fosse un contrasto anche sul piano economico?». «Sì, certamente era quello principale». Che fosse quello il motivo? Un equivoco? Ferri chiude l’esame difendendo Lotito: «Già nel racconto, implicitamente, mi sembrava infastidito, poi ho visto come era andata la gara (pareggio, ndr) e ho capito che il suo atteggiamento era stato corretto». Equivoco o no, lo leggeremo nella sentenza. Ma è proprio per questo che le persone si giudicano dopo, e non prima.

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