Calciopoli. Nonostante tutto4 minuti di lettura

Ho promesso un articolo rapido e semplice che riassuma velocemente le motivazioni, per chi non avesse voglia o non fosse in grado di approfondire da solo. Premettendo che seguiranno pure le consuete analisi, questo è quanto, da prima parziale e veloce lettura, emerge nella parte “generale”, senza entrare nel merito delle singole frodi sportive. In buona sostanza che..

Nonostante il campionato 2004/05 risulti da dibattimento – e diciamolo a chiare lettere – “non alterato”, la frode sportiva è un reato di pericolo quindi basta il tentativo di. A prescindere.

Nonostante di partite truccate manco l’ombra (ma la parte sulle singole frodi sportive la approfondiremo), basta “il cumulo” di telefonate (senza frode) italiane con quelle (teorizzate) svizzere (e chissà cosa si saranno detti…) per configurare tentativo. Quindi frode.

Nonostante poi alcune partite non siano andate a favore di, la condizione necessaria è il risultato diverso, non quello a favore. Basta che è diverso. Da cosa, non si sa.

Nonostante, per restare alle sim svizzere, la confessione di Nardone riguardo alla gita a Chiasso per recuperare informazioni essenziali con assenza di rogatoria, non va annullato tutto come chiede la difesa Moggi.

Nonostante il “metodo artigianale” di attribuzione delle sim svizzere agli indagati e nonostante gli errori commessi dal Di Laroni sia nella non corrispondenza delle chiamate in entrata con quelle in uscita e sia nell’aggancio di alcune celle quando gli imputati erano altrove, la teoria nel complesso è credibile perchè statisticamente succede più spesso che ci azzecchino che non.

Nonostante le sim svizzere fossero intercettabili, sono definite “clandestine”. E nonostante non si sappia – anche ammesso – cosa si siano potuti dire Moggi e gli imputati, si può presumere che.

Nonostante la difesa Moggi (tramite Trofino) abbia chiesto la trascrizione di nuove telefonate, e nonostante la difesa sia stata “se non in diritto, almeno in fatto, molto ostacolata nel compito” dall’ “abnorme numero di telefonate intercettate” e “dal metodo adoperato per il loro uso, indissolubilmente legato a un modo di avvio e sviluppo delle indagini per congettura”, si “stima” (!) che tali telefonate non avrebbero aggiunto niente al quadro già formatosi.

Nonostante le intercettazioni abbiamo danneggiato le difese e nonostante non si sia rispettato il principio di proporzione tra accusa e difesa, non si può annullare tutto. Ci spiace, non succederà più.

Nonostante un paio di indagati siano stati intercettati anche se non accusati di associazione a delinquere, comunque si può accettare e lo si accetta, e amen.

Nonostante le proteste (legittime) per la natura dei rapporti tra Auricchio e Baldini, e per l’anomala “lunghezza” dei verbali a fronte degli interrogatori durati ore nella fase delle indagini, non conta nulla perchè conta solo quanto si forma in dibattimento.

Nonostante i sorteggi fossero regolari.. niente: erano regolari. Avvisate la Gazzetta dello Sport.

Nonostante le griglie arbitrali per loro natura fossero sottoposte alla legittima e insindacabile discrezionalità dei designatori, una scelta discrezionale è per sua natura influenzabile. Da chi ha influenza. Quindi.. “io avrei pensato a” basta. Pure se poi non viene inserito.

Insomma non ve la faccio lunga (seguiranno analisi e controanalisi, come di consueto), ma è un po’ tutto così. E i nonostante non li ho scritti io, ma sono nella motivazione.

L’impressione, è che sia una sentenza con molte interpretazioni e poche certezze.

Altra impressione, è che un altro collegio giudicante, trattandosi di interpretazioni, avrebbe potuto emettere una sentenza diversa da questa, anche molto diversa.

Questo per quanto riguarda Luciano Moggi, in attesa delle frodi. Lì, come detto, basta anche il tentativo di. Che permette di scrivere tutto e il contrario di tutto, tanto non devi dimostrare niente.

E poi c’è la Juventus.

Tra tante impressioni, infatti, ci sono anche due certezze: la Juventus non rubò quel campionato (né tantomeno quello successivo, neanche oggetto d’indagine), e Moggi – secondo la sentenza – traeva il proprio potere più dalla GEA (assolto, ricordo) che dalla Juventus. Di più: si dice che non può essere trascurato “il dato del ridimensionamento della portata dell’accusa che deriva dalla parzialità con la quale sono state vagliate le vicende del campionato 2004/05, per correre dietro soltanto ai misfatti di Moggi, dei quali sono state accertate modalità, quanto alle frodi sportive, al limite della sussistenza del reato di tentativo, con conseguente ulteriore difficoltà dell’aggancio alla responsabilità del datore di lavoro, fornitore dell’occasione all’azione criminosa”.

Ora i papiri, preparate i pop corn.

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