Calciopoli. Lecce-Parma, la madre di tutte le partite truccate8 minuti di lettura

Premessa: sul sito di Giulemanidallajuve trovate un ottimo lavoro di trascrizione del controesame effettuato dalla difesa di De Santis nei confronti del colonnello Auricchio nell’udienza del 23 marzo 2010. Quella che segue è una conversazione avuta con un lettore su Lecce-Parma del 29 maggio 2005, la madre di tutte le partite truccate di Calciopoli. La riporto poichè credo possa essere utile per farsi un’idea di certi ragionamenti contorti alla base di quest’inchiesta. Cosa c’entra Moggi? Parrebbe niente. O forse sì.

De Santis, per tornare alla gara, per la giornata conclusiva del campionato 2004/05, venne sorteggiato per Lecce-Parma. La Fiorentina, che lottava per non retrocedere, era, secondo gli inquirenti, “cliente” della “Cupola moggiana” che come sappiamo controllava parte del settore arbitrale. De Santis, allora, scientemente fece pareggiare le due squadre salvando la Fiorentina. Questa l’ipotesi, almeno. Ma torna, anche solo a livello di logica e matematica?

Con un pari tra Lecce e Parma la Fiorentina si sarebbe matematicamente salvata?

No, era necessario che si verificassero più combinazioni di risultati contemporaneamente. E, ovviamente, che la Fiorentina vincesse col Brescia.

De Santis quindi non poteva da solo decidere le sorti del campionato della Fiorentina, assicurandole la salvezza?

No.

Chi arbitrò Fiorentina-Brescia, che la Fiorentina doveva assolutamente vincere per sperare di salvarsi?

Collina.

Auricchio ha attenzionato anche quella partita per vedere se fosse regolare?

No.

Ci furono episodi favorevoli alla Fiorentina?

Si. Due dei tre gol della Fiorentina (la partita finì 3-0) furono irregolari.

Collina è mai stato indagato per questi errori? Di fatto, erano decisivi almeno quanto quelli, presunti, di De Santis.

No.

Perchè?

Auricchio risponde che i media non fecero molto rumore per quegli errori, essendo stato l’arbitro Collina. Ovviamente – sarcasmo – le indagini le dirigevano i media.

Ma riportarono gli errori?

Si, e sono anche nell’informativa. Il legale di De Santis l’ha letta in udienza e si parla dei due episodi ed è scritto, cito: “Episodi dubbi vennero citati solo marginalmente dai mass-media perché la terna arbitrale era guidata da Collina”. Una sorta di immunità. Siccome era Collina e i media non diedero risalto agli errori, per Auricchio non c’è illecito.

Assurdo. Ma come si è arrivati ad attenzionare Lecce-Parma?

A seguito di intercettazioni telefoniche che hanno “insospettito” il team di Auricchio.

E’ stato mandato qualcuno a Lecce allo stadio per osservare la regolarità o meno della partita?

No.

E’ stata visionata la partita analizzandola nel dettaglio per constatare se fossero stati commessi errori arbitrali determinanti per il raggiungimento del pareggio?

E’ stata visionata in tv “da un punto di vista investigativo e non tecnico” da Auricchio e alcuni suoi collaboratori. Spiego il virgolettato: non si è visto effettivamente se ci fossero errori arbitrali o meno (anche perchè, Auricchio l’ha ripetuto spesso, lui non è in grado di dire se un’ammonizione fosse giusta o meno, ecc), ma si è solo riscontrato se fosse vero quanto emergeva da una intercettazione e cioè che negli ultimi 10 minuti De Santis avesse arbitrato in maniera mirata. Il riscontro è stato fatto da un non “esperto” dichiarato, partendo dalle intercettazioni e dando per scontato che le cose dette da De Santis poi le avesse davvero fatte, senza aver millantato.

Torniamo all’intercettazione: cosa fa capire ad Auricchio che De Santis fosse stato “ingaggiato” per far pareggiare le due squadre?

In una intercettazione tra Bergamo, designatore arbitrale, e De Santis, arbitro designato, il primo augura al secondo un “in bocca al lupo”, e De Santis risponde: “usiamo la testa, ho detto agli assistenti correte poco e usate la testa”. Questo. Auricchio dice che c’era un meccanismo di “automatismo” per cui De Santis, senza ricevere alcuna indicazione diretta, sapesse già come arbitrare e che risultato produrre. O magari era un in bocca al lupo e basta e una risposta di circostanza e basta, direte voi. Eh, ma Auricchio ci ha visto del marcio!

Perchè allora chiamare De Santis prima della partita? Non era tutto automatico?

“Per rassicurarsi” delle sue intenzioni, dice Auricchio. Automatismo sì, ma non proprio automatico automatico.

Cioè non c’è alcuna intercettazione in cui gli viene esplicitamente detto di favorire un pari? E’ tutta una supposizione basata sul fatto che De Santis facesse parte, per gli inquirenti, della combriccola romana?

Si.

Visto che il De Santis ce lo avrebbero designato volontariamente, scavalcando il sorteggio, è stato mai accertato se quel sorteggio fu regolare o meno?

No.

Ma non avrebbero allora dovuto mandare un arbitro amico anche per la Fiorentina? Per assicurarsi la vittoria, essendo determinante per la salvezza?

Stando a questo tipo di ragionamento, sì. Se si può truccare un sorteggio (mai dimostrato), lo si sarebbe potuto e dovuto fare. Non ha senso mandare “il nemico Collina” alla partita più importante della stagione della Fiorentina (che si vuole salvare). Nè pare credibile ipotizzare che il sorteggio lo potessero truccare ad intermittenza, una partita sì e quella dopo no.

Torniamo alle intercettazioni: cosa avrebbe detto De Santis che poi si sarebbe verificato negli ultimi 10 minuti di partita?

In una intercettazione successiva al match con Mazzini, De Santis dice: “No, ha fatto lo st***do alla fine Vignaroli, l’ho considerato espulso perchè mi ha minacciato. Poi è venuto Cinquini che mi dice ‘Senta, però una partita così.. ci vuole un minimo di buon senso! Ho finito la partita e adesso vado a fare lo spareggio, e ho cinque squalificati’. E io gli ho detto: “E’ un problema mio?”.

E quindi?

Boh. Ah, e parla inoltre dell’espulsione di Morfeo, dicendo “Con Morfeo mi sono portato avanti..”.

Ha espulso pure Morfeo?

Per Auricchio sì. In realtà, questa è bella, Morfeo non fu mai espulso. Si è trattato di un errore dei tabellini della Gazzetta. Auricchio si giustifica dicendo che probabilmente, data la concitazione dei minuti finali, i giornali faticarono a ricostruire i provvedimenti. “E comunque è un errore di Gazzetta”. In realtà, nessun altro giornale commise quell’errore, e in serata quasi tutti riportavano una cronaca online della partita con i provvedimenti corretti. Ma Auricchio si fidava solo della Gazzetta, a tal punto.

Quindi nell’informativa compare l’espulsione di Morfeo?

Sisi. Poi è stata corretta grazie all’integrazione del referto ufficiale di gara.

Insomma nessuna verifica e, anzi, errori. Torniamo a De Santis, sicario della Cupola e protettore della Fiorentina. Quale partita arbitrò la domenica precedente?

Arbitrò Brescia-Messina. Nota: innanzitutto il Messina era società “amica” di Moggi (si dice), e quindi sarebbe dovuta essere favorita. Sai il risultato quale fu? Vinse il Brescia. 2-1. Risultato che tra l’altro era terribile per la Fiorentina.

Ma non avrebbe dovuto far vincere il Messina per salvare i Viola?

Esatto. Ma non lo fece.

Quindi l’arbitro “venduto” che doveva salvare la Fiorentina rischiò di farla retrocedere facendo perdere la società amica Messina contro la rivale-promozione della Fiorentina la settimana prima?

Esatto.

C’erano giocatori diffidati del Brescia? Furono ammoniti con le famose ammonizioni dolose da De Santis?

C’era un giocatore titolare diffidato, ma non venne ammonito e giocò regolarmente contro la Fiorentina.

Ultima domanda: ma De Santis era veramente al servizio di Moggi? Fece vincere sempre la Juve?

No, anzi. Spesso la fece pure perdere. Esempio Juventus-Inter 0-1 del 20 aprile 2005.

Ricordo. Il Milan lottava con la Juventus per lo Scudetto. Grazie a quella sconfitta della Juventus, la raggiunse in testa alla classifica. E ritorna in ballo il Milan… anche perchè fu la partita famosa dell’abbraccio Ibrahimovic-Cordoba, che dovette saltare grazie alle telecamere di Mediaset il match-scudetto con i rossoneri. Ma fu tutta “colpa” di Mediaset, che c’entra De Santis…

C’entra. Secondo regolamento, in quei casi la Procura Federale chiede l’applicazione della prova televisiva. Il giudice sportivo, allora, convoca l’arbitro, il quale, se dichiara di aver visto l’episodio e valutato, non si procede a nessuna applicazione di prova televisiva. Se l’arbitro dice di non aver visto l’episodio, a quel punto si instaura la procedura. De Santis insomma se avesse dichiarato di aver visto e valutato l’episodio, non avrebbe consentito l’applicazione della prova televisiva, e quindi Ibrahimovic non avrebbe avuto altre due giornate di squalifica e quindi avrebbe giocato la partita decisiva. Ti sembra questo comportamento compatibile col teorema accusatorio?

No. Ci sono altre gare dove arbitrò contro la Juve?

Si, ad esempio, sempre quell’anno, contro Parma e Palermo. Insomma.. per essere amico di Moggi…

E come giustifica la cosa l’accusa?

Secondo Auricchio, improvvisamente, il “comportamento storico” di De Santis in quel momento del campionato è un comportamento oggettivamente contrario alla Juventus. In pratica, dopo aver saputo dell’inchiesta ai suoi danni ed aver ricevuto un avviso di garanzia, il De Santis si “sdogana” dalla Cupola, e anzi, per non correre rischi, arbitra contro il volere della Cupola (e contro la Juve, quindi).

Questo quando?

Aprile di quell’anno.

E scusa… Lecce-Parma si gioca il 29 maggio!! Non aveva più l’avviso di garanzia, allora? Niente più sdoganamento?

Cito la risposta di Auricchio, perchè so che non mi crederai: “No, Lecce-Parma invece rientra, evidentemente il signor De Santis ricambia… “

Un camaleonte! Torna quindi a favorire la Cupola, ma questa volta per aiutare la Fiorentina?

Esatto. Tranne come detto far vincere il Brescia col Messina la settimana prima perchè, cito Auricchio, “Nessuno gli aveva chiesto niente, in quella occasione”.

Mi pare tutto chiaro. Una sola domanda finale: ma a De Santis cosa è contestato?

E’ accusato di essere promotore, organizzatore e partecipe di questa struttura associativa. È promotore ma poi ha quattro mesi di ripensamento. Va ad intermittenza: quando serve è il capo e promotore, quando non serve si svincola e si dissocia, arbitrando contro. Qui serviva che fosse associato per un’ultima volta.

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